giovedì 29 luglio 2010

Pracchi Mundial



Più fuori tempo di un'entrata di Bergomi quando prova a fermare Caressa durante il pippone prepartita (senza mai riuscirci), più fuori luogo di Costanzo e Galeazzi quando si fanno chiamare "ragazzi terribili" (che tristezza) per poi parlarsi addosso uno con l'altro senza costrutto come due vecchietti artreosclerotici, più infame di Alberto Brandi quando finge di fare Piccinini, finalmente arriva nelle vostre case, a Mondiale ormai bell' e impacchettato in salsa Aiolì, il fumetto unico (perché composto di una sola tavola) e irripetibile (perché tra quattro anni la fine del mondo ci avrà evitato il revival) di Pracchi in versione Mundial.
Scusateci la premessa roboante, carissimi amici di piedidimaionese, ma dopo un mese di assenza, passato nelle segrete del castello di Mickey Mouse a grattare guano di papero dal pavimento per rivenderlo a Rockerduck (si scrive così?) per comprarci un tozzo di pane muffito (la marca la conoscete, of course), volevamo quantomeno provare a invogliare chi un tempo ci ha amati ad amarci di nuovo e chi un tempo ci ha ignorati a smettere di farlo. Nel modo più sbagliato, certo, stordendoli di parole, la tattica che ogni buon marpione alla Pracchi sa benissimo che funziona solo con le vecchiette al parco.
Arrivando al punto, Pracchi ritorna in versione calcistica e ci fa divertire e riflettere a suo modo, mostrandoci quanto il calcio possa stordire le masse impigrite dall'ozio, ma soprattutto gli animali scocciati della loro vita piatta da bestie libere di mangiarsi vicendevolmente i pidocchi urlando come ossessi. Ma è una riflessione amara la sua, perché mentre la faceva lo si mangiava le unghie e si sa che quando si è una scimmia non bisogna mai mangiarsi le unghie dopo essersi grattati il culo.


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