lunedì 23 novembre 2009

Assassinio di JFK: Oswald non c'entrava un fico


Ebbene sì cari amici del blog, oggi tutte le principali agenzie stampa del mondo lanciavano la sorprendente notizia che un video (trasmesso oggi in Italia da National Geographic Channel), restaurato secondo tecniche innovative, avrebbe in qualche modo confermato la presenza di Lee Oswald dietro la famigerata finestra da cui si suppone sia partito il colpo che il 22 novembre 1963 ha ucciso John Kennedy, presidente degli Stati Uniti d'America.
La notizia ha del sensazionale, perché nel filmato sembra che la figura dell'uomo prima arrestato e poi linciato in prigione sia effettivamente lì dove tutti credevano che fosse, ma è forse un reato guardare il corteo presidenziale brandendo un'arma da una finestra in alto in alto? Potrebbe essere, e promettiamo che durante il ponte dell'Immacolata ci documenteremo meglio, ma per il momento rilanciamo con un documento di portata storica finora rimasto del tutto ignoto agli inquirenti, la foto che ritrae Pracchi a due passi dall'auto di Kenneddy con un enorme fucile stretto tra le mani. Sebbene non ci siano prove che il giovanissimo signor Pracchi, a quel tempo poco più che un inesperto arrizzacazzi nelle produzioni di serie C della Silicon Valley, sia stato effettivamente l'autore del colpo che ha ucciso il presidente, è molto probabile che vista la dinamica non sarebbe stato molto difficile per lui sparare una schioppettata di quelle che di solito riserva ai cardellini che cinguettano gioiosi fuori dalla sua finestra la mattina presto.
Il nostro appare oltremodo tranquillo, quasi strafottente, un'espressione che ricorda in tutto e per tutto la faccia da schiaffi sfoggiata nel profilo di questo blog, mentre di fronte a lui il corteo procede tra sorrisi e, si suppone, schiamazzi molto simili al ciangottio dei suddetti uccellini. Ma quale sarebbe stato il movente di contanta barbarie? Non sono in molti a saperlo, ma in quei mesi il presidente Kennedy, forse con l'intenzione di tracciare la strada intrapresa con tanta decisione ai giorni nostri dai politici de' noattri, aveva una mezza idea di rendere legale la prostituzione in tutti e cinquanta (credo) gli Stati sotto la sua giurisdizione. Pracchi, da sempre tra i maggiori fruitori e interpreti del mestiere più antico del mondo, sapeva che la cosa avrebbe raddoppiato costi e dimezzato i benefici per chi come lui sosteneva e riforniva il mercato, ma non gli era venuta in mente nessuna soluzione pacifica per affermare il suo punto di vista. In fondo è scimmia, che ci si può fare?
Il signor Pracchi non ha acconsentito alla pubblicazione della foto, ma non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Sorge in ogni caso una domanda, ma chi cacchio s'è occupato del servizio d'ordine?

4 commenti:

  1. Un cittadino dall'alto valore morale23 novembre 2009 alle ore 18:08

    riferirò alle autorità competenti.

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  2. Ue' signor Pracchi ma sei troppo fico, quale faccia da schiaffi? Chiamami!!!

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  3. Pracchi è davvero una scimmia per tutte le stagioni politiche

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  4. Esiste ancora la parola ciangottio?

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